I materiali sensoriali oltre le aule scolastiche
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Abstract
Quest’articolo descrive due esperienze molto diverse effettuate in Italia. La prima riguarda l’introduzione di un laboratorio basato sull’uso dei materiali sensoriali Montessori all’Università dell’Immagine di Milano, fondata dal fotografo Fabrizio Ferri, che offriva a creativi di varia provenienza professionale e geografica una formazione post-secondaria biennale, organizzata in cinque laboratori, ciascuno dedicato a uno dei cinque sensi, condotto da un docente responsabile. Quello da me condotto aveva il titolo: “Angolo del ristoro sensoriale” ed era trasversale agli altri cinque. La seconda riguarda invece l’utilizzazione di incastri solidi, torre rosa e scala marrone, nel percorso rieducativo di una ragazza di vent’anni, affetta da grave ritardo mentale con tratti autistici. In entrambi i casi i risultati sono stati molto positivi. Nel primo, la percezione sensoriale degli studenti dell’Università dell’Immagine, si è raffinata e perfezionata. Nel secondo, il caso di ritardo mentale con tratti autistici, ha suscitato nella ragazza un interesse che si è esteso all’ambiente esterno e alle persone che interagivano con lei. Ha inoltre migliorato la manualità fine, rendendo più efficaci le indicazioni per svolgere correttamente le mansioni della vita quotidiana nella propria casa, in cui in precedenza aveva scarsissima autonomia. Con lei il percorso Montessori è iniziato in uno studio di musicoterapia e ha interagito con quelle sedute, per proseguire poi a casa sua, con varie attività di vita pratica, volte a migliorare il coordinamento del corpo nello spazio, il coordinamento oculo-manuale, i movimenti raffinati delle dita e la discriminazione visiva. Queste attività hanno fatto progredire molto la sua autonomia.