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Laura Marchetti
Italy
##plugins.themes.xejournal.article.authorBio##
Vol. 5 No 4 (2016): Formación de profesores para la Educación Infantil, Miscelánea, ##plugins.themes.xejournal.article.pages## 161-169
##plugins.themes.xejournal.currentIssueSubmitted##: Feb 21, 2018 ##plugins.themes.xejournal.currentIssuePublished##: Feb 21, 2018
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Resum

L’adulto, almeno l’adulto cresciuto all’ombra del paradigma dominante di razionalità, non ama il bambino: il bambino rimane per lui un “errore” dello sviluppo, come diceva Cartesio, o un “perverso polimorfo” che turba con il suo corpo d’animale, con il suo pensiero di mostro, con il suo comportamento selvaggio, come diceva Freud. L’adulto soprattutto non ama il bambino perché, anche quando lo cura e lo vezzeggia, non gli riconosce un’autonomia di pensiero. Anche nella psicologia evolutiva di Piaget il pensiero infantile viene negativamente connotato come pensiero pre-logico e indifferenziato che va necessariamente educato e addomesticato. Contro questa idea si eleva la proposta etica e pedagogica di Levi-Strauss che, a riscatto del bambino-selvaggio e del selvaggio, sottolinea la superiore valenza del pensiero selvaggio rispetto al pensiero addestrato, adulto e civilizzato

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